Careggine (IPA: [ka’red͡ʒd͡ʒine]) è un comune italiano di 503 abitanti, il meno popolato della provincia di Lucca, situato sul versante orientale delle Alpi Apuane.
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Le prime notizie sul paese risalgono all’inizio dell’VIII secolo, quando intorno al 720 fu costruita da un nobile lucchese, tale Pertualdo, padre di Peredeo futuro vescovo di Lucca, la cappella di San Pietro, in stile romanico, che nel XII secolo diventa pieve, una delle più antiche della Garfagnana, e gestisce lo Spedale di Isola Santa, adibito all’assistenza dei viaggiatori tra la Versilia e la Garfagnana, forse fondato insieme alla vicina chiesa di San Jacopo da Matilde di Canossa.
Nel periodo longobardo Careggine appartenne a una nobile famiglia ivi residente, discendente dalla consorteria dei Corvaresi di Corvaia, la cui presenza è documentata da una pergamena del 910. Questi nobili, che in un documento del 988 vengono citati come “Nobiles de Caricino”, ricoprirono un ruolo importante in Garfagnana poiché con i signori di Bacciano controllarono la viabilità della Valle del Serchio per secoli, riuscendo ad ottenere agevolazioni e dall’imperatore, e dal pontefice, schierandosi secondo la convenienza.
Quando Lucca iniziò ad espandere il suo territorio, i nobili di Careggine, alleandosi con gli altri della Garfagnana (detti “Cattanei”), cercarono di contrastare le milizie lucchesi, schierandosi con il papato e Pisa, sua alleata, e aiutandoli in molte azioni di guerra, compreso l’assedio della Rocca Fiamminga in Versilia del 1169 e nel 1227. Giurarono poi fedeltà al Pontefice davanti al nunzio apostolico Cinzio, nella chiesa di Pugnano in Pisa, anche se non servì a fermare i lucchesi, che più tardi grazie all’aiuto di Federico II, riuscirono ugualmente a conquistare l’intera Garfagnana. Si trova una traccia amministrativa di Caretine nello Statuto lucchese del 1308, come parte della Vicaria di Camporgiano, che per un certo periodo fu amministrata dallo stesso vicario della Vicaria di Castiglione.
Seguì un periodo turbolento per Careggine, poiché Arrigo VII, dopo che fu incoronato imperatore, si alleò con Pisa (all’epoca ghibellina), e invase dei territori di Lucca (all’epoca guelfa), conquistando Versilia e Alta Garfagnana; Careggine, insieme con l’intera Vicaria di Camporgiano, furono donate dallo stesso imperatore a Spinetta Malaspina (19 marzo 1313); poco dopo Castruccio Castracani degli Antelminelli scacciò i Malaspina, ma alla sua morte ancora Spinetta Malaspina riconquistò il territorio, che vendette poi ai fiorentini nel 1341, mantenendone l’amministrazione; seguì un lungo scontro tra gli eserciti di Pisa e di Firenze, terminato con la vittoria pisana e la presa dell’area garfagnina nel 1355. Nel 1369, grazie all’Imperatore Carlo IV, Careggine tornò ad essere parte dei territori di Lucca; seguì un breve periodo di quiete con la presa del potere a Lucca di Paolo Guinigi, ma alla sua deposizione la maggior parte della Garfagnana, compreso Careggine, chiese protezione a Niccolò d’Este.
Allora Lucca cercò di ricomprare il territorio, non riuscendo però a reperire la cifra necessaria in tempo, mentre invece Firenze, occupata la Vicaria di Camporgiano, non l’abbandonò finché una rivolta popolare, nel 1446, riuscì a scacciare i fiorentini. Dal 27 febbraio dello stesso anno, quasi tutta la Garfagnana passò sotto il controllo del marchese Leonello d’Este, ad eccezione delle terre di Minucciano e Castiglione, che rimasero fedeli a Lucca; fu istituita la Provincia Estense della Garfagnana, con capoluogo Castelnuovo Garfagnana, e nella nuova suddivisione territoriale, Careggine rimase sotto la giurisdizione della Vicaria (Estense) di Camporgiano. Il borgo fu poi coinvolto solo marginalmente nel conflitto all’inizio del XVII secolo fra lucchesi ed estensi.
Nei primi decenni dell’Ottocento, il casale di Fabbriche era annesso alla comunità di Careggine, così come quello di Iapoli, oggi Iapori, parte però della parrocchia di sant’Antonio a Capricchia, la quale all’epoca, con questo e gli altri casali di Coste, Mezzana, Porreta e Specchio, raggiungeva i 600 abitanti. Le attività economiche principali erano pastorizia e agricoltura, con produzione di viti, gelsi, canapa, patate e castagne. Il terremoto del 1920 provocò danni al paese, danneggiando anche la chiesa di San Pietro. Nel 1859, all’istituzione della provincia di Modena in previsione dell’unità italiana, Careggine entrò amministrativamente a far parte del neonato circondario di Castelnuovo di Garfagnana, nel mandamento I di Camporgiano. Successivamente il circondario venne spostato alla provincia di Massa Carrara e con il Regio Decreto n. 2490 del 9 novembre 1923 fu aggregato a quella di Lucca, fino al 1926, quando venne soppresso e il comune di Careggine passò al circondario di Lucca, che nel 1927 fu soppresso. Al termine del 1944, dei gruppi partigiani stabilirono, nella località Volsci, la sede della divisione Garibaldi Lunense; il paese fu poi liberato il 25 aprile 1945
Fu probabilmente edificato dai nobili di Careggine (forse intorno al X secolo) sui resti di antiche fortificazioni romane e probabilmente la struttura si sviluppò attorno alla torre campanaria della chiesa. Le prime notizie del Castrum Caretinii risalgono nel 1356, nella Bolla d’Oro redatta dall’Imperatore Carlo IV. Il castello, sopravvissuto alle guerre medievali e rinascimentali in Toscana, era formato da una rocca (il Mastio) racchiusa in una cinta muraria, oggi scomparsa o inglobata in altri edifici del borgo, e disponeva di due porte d’accesso, di cui una è tutt’oggi intatta, costituita da un arco a tutto sesto in pietra arenaria. Alcuni storici esaminandone la struttura e comparandola con porte di altri castelli lucchesi la farebbero risalire al XII secolo. (La fortificazione viene citata anche nell’elenco delle fortificazioni che Paolo Guinigi riteneva essenziali per la difesa dei territori di Lucca.)
Risalente al Trecento, fu una pieve minore probabilmente a causa della posizione montana; da essa dipendevano le chiese di San Jacopo e di Santa Maria di Rogiana (poi di San Biagio) presso il Poggio di San Terenzio. Da un documento di fine Trecento sembra venisse esercitato un diritto di elezione popolare sulla pievania. Ospita un dipinto risalente al XVII secolo, non firmato e attribuito poi a Banduccio Trenta, raffigurante l’ultima cena. Ospita anche una statua di sant’Antonio Abate del 1563, commissionata dalla popolazione di Careggine e attribuibile a Vincenzo Civitali di Nicolao, e una scultura lignea si san Pietro del XV secolo, nella nicchia centrale di un trittico.
La chiesa ha subito diversi rifacimenti nel corso dei secoli: nel tardo cinquecento fu rimontato completamente il paramento e fu invertito l’orientamento, ha poi un porticato settecentesco e su una parete del campanile conserva un’incisione di un uomo con una lancia e una donna con una spada, entrambi con evidenziati i genitali, lapide probabilmente di valore apotropaico e appartenente ad un sarcofago ritrovato nella ristrutturazione della chiesa negli anni 1920. Il campanile ospita inoltre, dai primi anni venti, una lapide in onore ai caduti della prima guerra mondiale: nella parte inferiore, in marmo bianco, sono incisi i nomi dei caduti, mentre nella parte superiore c’è il bassorilievo in bronzo di un fante morente, nudo e con un elmetto, sorretto dalla Vittoria alata.
Abitanti censiti
La popolazione straniera residente a Careggine è di 12 persone, pari al 2,07% degli abitanti del comune.
Fonte dati: https://it.wikipedia.org/wiki/Careggine