Coreglia Antelminelli è un comune italiano di 5 050 abitanti della provincia di Lucca in Toscana.
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Le prime testimonianze dell’esistenza di Coreglia Antelminelli si trovano in un documento dell’Archivio Arcivescovile di Lucca del 1048 che ne attesta la proprietà da parte dei Rolandinghi, signori longobardi delle Pieve di Loppia. Il castello del tempo era più piccolo rispetto a quello attuale, composto da una fortezza e una piccola cinta muraria che racchiudeva altre due torri. A ovest il paese era protetto da un dirupo, mentre la difesa a nord era garantita dalla fortezza e dalla torre principale. Il lato a sud-est era tenuto sicuro da un castello vicino, sempre dei Rolandinghi, nella zona più a valle (Ansuco).
Nei due secoli successivi, i conflitti dei feudatari della zona con la città di Lucca costrinsero i Rolandinghi a ritirarsi. Le terre furono ereditate prima dai Bizzarri e poi dagli Antelminelli che attuarono delle modifiche alla struttura interna del paese. La fortezza fu sostituita con la chiesa di San Michele e la torre addossata a essa convertita in campanile mentre venne eretta una nuova rocca a scopi difensivi. Inoltre, per permettere spostamenti rapidi e nascosti all’occhio nemico in caso di attacco, furono costruite delle gallerie sotterranee.
Con la divisione del territorio della Garfagnana e della Valle del Serchio fatta dai lucchesi, nel 1272 nacque la Vicaria di Coreglia. Poco dopo, i guelfi al comando di Ranieri di Monte Garullo si impossessarono della roccaforte. Castruccio Castracani, nel 1316, prese d’assedio il paese e lo riconquistò. Alla sua morte, il castello rimase a Sante Antelminelli, ma sotto insistenza dei lucchesi nel 1333 Carlo IV lo sostituì con Francesco Castracani. Fu un periodo di grande splendore per la Vicaria e, successivamente, Francesco Castracani venne nominato conte dall’Imperatore. La contea era molto vasta, come testimonia uno scritto di Carlo IV:
«…Vicariam insuper Corellie de Garfagnana, Diocesis Lucane, cum fortiliciis, castris, villis et locis ad eamdem pertinentibus, videlicet Corilia, Gromignana, Roccha Pictorita, Licignana, Ghivizanum, Colle Berthinghi, Bori, Terulium, Viciana, Calavorna, Villa Terrenzana, Lugnanum, Bulglanum, Granarolum, Fornele, Chifenti, Corsagna, Perta, Putiocianum, Anchianum, Burgomozzani, Cereto, Roccamozzani, Oneta, Cuna, Vergilio, Mottone, Spolizano, Ceretulo, Gioviano, Terzone, Deza, Volimiana, Vetriano, Colognora, Villa Roggia, Castella Roggia, Anzana, Gello, Piegaio, Pescalia et Convalli…».
Nel Quattrocento i territori della Garfagnana, fino a quel momento sotto il dominio lucchese, iniziarono a fare atto di dedizione agli Estensi. Lucca, a quel tempo alleata del Ducato di Milano contro l’espansione di Firenze e Venezia, chiese aiuto agli Sforza per mantenere l’ordine. Il territorio coreglino si trovò in mezzo alle contese tra l’esercito degli Estensi e quello di Francesco Sforza quando questi scese per attuare la riconquista della Garfagnana, ma non subì danni.
Nel 1438 Lucca, tentando di mantenere la propria indipendenza da Pisa e Firenze, firmò una tregua di tre anni concedendo loro la Vicaria di Coreglia. Dopo il Cinquecento, finite le guerre per la conquista della Garfagnana, il castello di Coreglia Antelminelli perse di importanza.
Con l’annessione napoleonica nel 1801, Coreglia divenne parte della Provincia delle Montagne. L’odierno comune di Coreglia Antelminelli nasce con il Regno d’Italia nel 1861.
Durante la Seconda guerra mondiale il comune fu conquistato dalle truppe tedesche e, data la sua vicinanza alla Linea gotica, tra il 26 e il 28 dicembre 1944 venne coinvolto nell’Operazione Wintergewitter. Durante il periodo dell’occupazione tedesca, fu commissario prefettizio del paese l’avvocato antifascista Giovanni Gelati, livornese ma trasferitosi con la famiglia a Coreglia per sfuggire ai bombardamenti. Con la moglie e la figlioletta erano con loro anche due bambini che essi facevano passare come propri ma che erano in realtà i figli di loro amici ebrei. Gelati sfruttò con molto equilibrio e abilità la sua posizione in favore della popolazione locale fino alla Liberazione. Nel 2012 a lui e alla moglie Lydia sarà conferita l’onorificenza di “giusti tra le nazioni”.
Lo stemma del comune richiama quello di Lucca per suddivisione e colori dello sfondo: bianco quello superiore e rosso quello inferiore.
Il primo contiene tre elementi: un cuore che rimanda al nome del comune (Core-glia) e due stelle dorate a otto punte poste ai suoi lati che simboleggiano la suddivisione del territorio: il Piano, a valle, e il borgo di Coreglia.
Le tre montagne sullo sfondo rosso richiamano il monte delle Tre Potenze, facente parte dell’Appennino Tosco-Emiliano e del territorio del comune.
La corona posta sulla cima indica il legame di Coreglia con Francesco Antelminelli Castracani, nominato conte del posto da Carlo IV di Lussemburgo.
L’Eremo di Sant’Ansano è situato su un colle vicino a Lucignana, in mezzo a un bosco di lecci, e le prime notizie della sua esistenza risalgono all’anno 1000. In un primo periodo lo si trova con il nome di “Lexie”, lecci, molto presenti in quel luogo, poi mutato in “Rocca Pettorita” perché nella zona era presente una rocca di segnalazione, abbandonata in epoca medievale.
La chiesa romanica venne trasformata in oratorio intorno al 1400 e le fu aggiunto anche un portico. Nel XVI secolo, la canonica divenne un romitorio in cui viveva un frate addetto al controllo della chiesa e di tutto il territorio annesso.
Il luogo è rimasto abbandonato per anni, ma gli abitanti di Lucignana ne hanno restaurata una parte: la chiesa e la parte del romitorio. In quest’ultimo è stato ripristinato l’ambiente in cui viveva l’eremita: al piano terra c’è la cucina, con tanto di utensili, e in quello superiore si trova la camera da letto con gli abiti e il giaciglio del frate. Intatto è anche il campanile, funzionante.
La torre di Castruccio Castracani, così chiamata perché ristrutturata e fortificata per volere di Castruccio nei primi anni del Trecento, è alta circa 25 metri e veniva usata per l’avvistamento dei nemici e come difesa. Era dotata di otto merli, ma quelli centrali sono scomparsi. Il piano terra era adibito a magazzino e perciò non comunicava dall’interno con quelli superiori; il primo e il secondo piano erano rispettivamente la zona giorno e la zona notte. L’uso abitativo, però, si avrà solo dopo la fine delle guerre in Toscana.
Il ritrovamento di una pavimentazione a tre metri di profondità rispetto al piano terra fa ipotizzare che la torre esistesse da prima del 1100.
Le prime notizie su questo luogo risalgono agli inizi del Novecento, quando alcuni esploratori del posto scoprirono l’ingresso della grotta vicino al torrente Segone (Gromignana). Dopo l’ingresso si trova una discesa di circa dieci metri che diventa un percorso piano su cui si snodano numerose gallerie. Nell’apertura terminale è stata posta una Madonnina fosforescente, come protezione per i visitatori.
Il nome deriva dall’usanza di attribuire a fate e folletti la creazione inspiegabile, nel passato, di certi luoghi. Www.labucadellefate.it
Gli affreschi dell’abside della chiesa dei Santi Lorenzo e Lazzaro a Piano di Coreglia risalgono al 2001 e sono opera del pittore Paolo Maiani: sono due scene, La Resurrezione e Gesù che cammina sulle acque, rispettivamente sulla parte superiore e su quella inferiore.
La Resurrezione vede protagonista il Cristo che rinasce e la forza sprigionata da quell’atto: un terremoto con pietre volanti, alberi piegati e un vento forte che spazza via tutto, ma che a malapena sfiora il Figlio di Dio. Gli uomini spaventati guardano la scena da dietro la pietra che chiude il sepolcro. L’artista si è ispirato alle parole del Vangelo di Matteo (28,2):
“Ed ecco vi fu un grande terremoto; un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su essa.”
Il Gesù che cammina sulle acque rappresenta tre situazioni contemporanee: a sinistra, un gruppo di spettatori spaventati per la tempesta che li minaccia; al centro Pietro che affonda e Gesù che lo tiene per una mano; a destra la barca con gli apostoli che esprime tranquillità, in opposizione all’ansia di chi non crede ai miracoli di Cristo. Anche questo affresco è tratto dai versi del Vangelo di Matteo (14,22-33):
“Subito dopo costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla.[…] Ma subito Gesù parlò loro dicendo: ‘Coraggio, sono io, non abbiate paura!’. E Pietro allora gli rispose: ‘Signore, se sei tu,, comandami di venire verso di te sulle acque’. […]Ma vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: ‘Signore, Salvami!'”
Abitanti censiti
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 371 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Fonte dati: https://it.wikipedia.org/wiki/Coreglia_Antelminelli