Firenze (IPA: /fiˈrεnʦe/; pronuncia; in epoca medievale e nel linguaggio poetico anche Fiorenza, /fjoˈrɛnʦa/) è un comune italiano di 364 073 abitanti, capoluogo della Toscana e dell’omonima città metropolitana; è il primo comune della regione per popolazione e centro dell’area metropolitana di Firenze-Prato-Pistoia.
Nel Medioevo è stata un importantissimo centro artistico, culturale, commerciale, politico, economico e finanziario; nell’età moderna ha ricoperto il ruolo di capitale del Granducato di Toscana dal 1569 al 1859 che, col governo delle famiglie dei Medici e dei Lorena, divenne uno degli stati più ricchi e moderni d’Italia. Le varie vicissitudini politiche, la potenza finanziaria e mercantile e le influenze in ogni campo della cultura hanno fatto della città un crocevia fondamentale della storia italiana ed europea. Nel 1865 Firenze fu proclamata capitale del Regno d’Italia (seconda, dopo Torino), mantenendo questo status fino al 1871, anno che segna la fine del Risorgimento e il passaggio del testimone a Roma.
Importante centro universitario e patrimonio dell’umanità UNESCO (il centro storico, dal 1982), è considerata luogo d’origine del Rinascimento – la consapevolezza di una nuova era moderna dopo il Medioevo, periodo di cambiamento e “rinascita” culturale e scientifica – e della lingua italiana, grazie al volgare fiorentino usato nella letteratura. Nel 1986 fu nominata città europea della cultura.
È universalmente riconosciuta come una delle capitali mondiali dell’arte e dell’architettura, nonché visitatissima destinazione turistica internazionale, grazie ai suoi numerosi monumenti e musei. Di inestimabile valore i lasciti artistici, letterari e scientifici di alcuni suoi cittadini illustri, veri geni del passato, quali Dante, Petrarca e Boccaccio in campo letterario; Giotto, Brunelleschi, Donatello, Botticelli, Leonardo da Vinci e Michelangelo nelle arti figurative; Lorenzo de’ Medici e Machiavelli nelle scienze politiche; Amerigo Vespucci e Galileo Galilei nelle scienze geografiche, astronomiche e fisiche.
Dopo aver testato il tuo computer, saremo in grado di fornirti un preventivo esatto per la riparazione.
Secondo il problema garantiamo tempi di risoluzione in quasi la totalità dei casi da 1 ora a 2 giorni.
Tutti i servizi includono una garanzia di soddisfazione del cliente di 30 giorni
Sapere che un tecnico esperto e affidabile di cui ti puoi fidare è solo a una telefonata o un clic di distanza è il miglior servizio che possiamo offrire ai nostri clienti residenti nel comune di Firenze. Supportiamo tutte le esigenze relative alla riparazione del computer e all’IT, offriamo a privati e aziende un unico punto di riferimento per risolvere qualsiasi problema informatico. Offriamo servizi informatici e di rete a clienti residenziali e aziendali. Il servizio include assistenza per l’installazione, la risoluzione dei problemi, la manutenzione, la formazione, la riparazione o aggiornamento del computer e assistenza generale su un’ampia varietà di sistemi. I servizi di riparazione possono essere eseguiti in loco, a domicilio o presso la vostra sede aziendale. Veri appassionati di tecnologia, esperti del settore siamo molto orgogliosi del nostro lavoro.
Esperienza di gioco alle massime prestazioni!
Risparmia Tempo e Denaro
Hai una domanda? Chiamaci, compila il form o passa a trovarci per un preventivo senza impegno.
Forniamo assistenza su tutte le marche di computer desktop e portatili Windows.
Riparazione e assistenza computer a Firenze
Per la provincia di Firenze Casa del Computer è disponibile a interventi anche a domicilio per tutto il territorio del comune di Firenze
La piana fiorentina e le colline circostanti sono state abitate fin dalla preistoria, come testimoniano i ritrovamenti archeologici nell’area.
Il primo insediamento stabile fu un villaggio su palafitte, realizzato attorno all’IX secolo a.C. dagli Etruschi nel periodo villanoviano, nei pressi di un guado sul fiume Arno, al centro di una fertile pianura. Attorno al 150 a.C., gli Etruschi della vicina Visul (l’odierna Fiesole), situata in alto sulla collina, vi rifondarono un insediamento satellite nei pressi dell’Arno, per sfruttare la presenza della via d’acqua, e vi edificarono un primo ponte in legno.
Già in epoca etrusca, la città fu chiamata con l’appellativo Florentia, in latino, lingua che andava affermandosi nell’area.
Florentia è un nome beneaugurale: “che tu sia florida”, “città della floridezza”. Allo stesso modo Potentia, Piacentia, Valentia, Pollentia in altre regioni dell’Impero. Anche l’antico nome di Granada, ad esempio, era Florentia Illiberitana. L’origine puramente benaugurale della parola Florentia è stata recentemente confermata dall’accademia della Crusca.
Dopo la guerra sociale, l’etrusca Visul ottenne la cittadinanza romana, assumendo il nome latino di Fæsule; probabilmente nel 59 a.C., grazie alla Legge Giulia, a Florentia fu dedotta una colonia per veterani dell’esercito, circondata da mura, con la tipica pianta rettangolare, e dotata di piazza centrale (foro) ove si incrociavano le vie principali (cardo e decumanus). Con ciò la città ottenne l’autonomia amministrativa da Fiesole.
Sede di una diocesi vescovile già a partire dal IV secolo, la città fu definita Municipium splendidissimum e, fin dai tempi dell’imperatore Adriano, fu collegata a Roma dalla via Cassia. Sotto Diocleziano fu innalzata a Corrector Italiae (capitale dell’Etruria e dell’Umbria), per poi passare attraverso periodi di dominazione bizantina, ostrogota, longobarda e franca, durante i quali la popolazione scese talvolta a poche migliaia di persone.
A partire dal X secolo la città si sviluppò e dal 1115 si rese comune autonomo. Nel XIII secolo fu divisa dalla lotta tra i Ghibellini e i Guelfi. Dopo alterne vicende, i Guelfi vinsero (la cosiddetta “battaglia di Colle”, 17 giugno 1269), ma presto si divisero internamente in “Bianchi e Neri”: Dante Alighieri stesso fu schierato nella fazione dei Bianchi e subì con essi l’esilio forzato.
La conflittualità politica interna non impedì alla città di svilupparsi fino a diventare una delle più potenti e prospere in Europa, assistita dalla sua propria valuta in oro, il fiorino (introdotto nel 1252), dalla decadenza della sua rivale Pisa (sconfitta da Genova nel 1284 e comprata da Firenze nel 1406) e dalla sua potenza mercantile risultante da una costituzione anti-aristocratica, i cosiddetti “Ordinamenti di giustizia” di Giano Della Bella (1293). L’espansione territoriale riguardò anche la Romagna e giunse, agli inizi del XV secolo, alle porte di Forlì).
A fronte di una popolazione stimata di 80 000 persone prima della peste nera del 1348 (immediatamente dopo Venezia e subito prima di Milano e Bologna)), circa 25 000 persone lavoravano nell’industria della lana. Nel 1378 Firenze fu teatro di uno “sciopero” e rivolta da parte dei Ciompi, contro il dominio oligarchico della città. Dopo la repressione e soprattutto dopo la nascita di un sistema di tassazione che per la prima volta incideva progressivamente rispetto al reddito (tramite il catasto fiorentino del 1427), la città cadde sotto il dominio oligarchico di alcune famiglie: prima gli Albizzi (1382-1434), poi i Medici.
Nonostante l’assottigliarsi della libertà repubblicana, fu sotto il dominio, anzi, la Signoria di quest’ultima famiglia che Firenze conobbe la sua era probabilmente più fausta. Tramite il mecenatismo la famiglia acquisì il favore popolare, che fu cruciale in alcuni momenti critici come la Congiura dei Pazzi (1478), ma anche una fama duratura attraverso i secoli, che permise alla città di concentrare e sviluppare un invidiabile numero di talenti, radunarono i migliori artisti, letterati, umanisti e filosofi del tempo: tra gli altri, gli umanisti Pico della Mirandola, Agnolo Poliziano, Marsilio Ficino e Cristoforo Landino; i pittori Beato Angelico, Filippo Lippi, Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio e Perugino; gli scultori Andrea del Verrocchio e il giovane Michelangelo Buonarroti.
Firenze è conosciuta come la culla del Rinascimento, termine coniato dal trattatista toscano Giorgio Vasari: un periodo di grande fermento innovativo che, recuperando i modelli dell’età antica promossi dagli studi umanistici, portò a un superamento di alcuni schemi sviluppati nel medioevo, ponendo l’uomo come individuo al centro dell’universo filosofico, e promuovendo una produzione artistica all’insegna della chiarezza compositiva e spaziale, di misurata eleganza e sobrietà, che ebbe un’enorme influenza nello sviluppo dell’arte europea. Tra i principali traguardi di questo rinnovamento si possono elencare la “scoperta” del metodo della prospettiva operato da Filippo Brunelleschi verso il 1416; la nascita dello stiacciato donatelliano e della pittura senza fronzoli di Masaccio nella Cappella Brancacci; la nascita della pittura di luce e i primi accenni di prospettiva aerea; la trasmissione del sapere nelle botteghe tramite lo studio basilare del disegno; la presenza contemporanea di tre geni assoluti all’inizio del XVI secolo: Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti e Raffaello. Grazie alla geniale politica di Lorenzo de’ Medici, gli artisti divennero ambasciatori della supposta supremazia culturale della città, irradiando il nuovo stile nelle maggiori corti italiane e poi europee.
Il primo periodo del dominio dei Medici terminò con il ritorno di un governo repubblicano, influenzato dagli insegnamenti del radicale priore Domenicano Girolamo Savonarola (che fu giustiziato nel 1498), nelle cui parole si ritrovano spesso argomenti che saranno oggetto di controversie religiose dei secoli seguenti. Gli accadimenti di quegli anni portarono a una modifica del secolare ordinamento basato su governi consolari e potestarili. Un altro personaggio importante fu Niccolò Machiavelli, le cui indicazioni per il governo di Firenze da parte di una figura forte sono spesso lette come una legittimazione delle tortuosità e anche degli abusi dei politici. Il 16 maggio 1527 i fiorentini estromisero nuovamente i Medici – riportati al potere dagli spagnoli nel 1512 – e ristabilirono una repubblica.
Questo periodo di incertezza politica e religiosa portò con sè gravi problemi sociali e una rottura degli equilibri che erano stati alla base anche della produzione artistica: già all’inizio del XVI secolo a Firenze si andò sviluppando uno nuovo stile, che poi venne definito manierismo.
Rimessi al loro posto per la seconda volta nel 1530, con il sostegno sia del papa, sia dell’imperatore, i Medici diventarono nel 1532 duchi ereditari di Firenze. Nel 1555, con un esercito formato con gli alleati spagnoli e tedeschi, i Medici sconfissero Siena nella battaglia di Scannagallo, per poi ottenere, per decreto della pace di Cateau-Cambrésis, tutto il territorio della Repubblica di Siena a eccezione della costa maremmana, che andò a formare lo Stato dei Presidi, sotto il controllo spagnolo tramite il viceré di Napoli. Cosimo ebbe il governo di due Stati: lo Stato “Vecchio” di Firenze e lo Stato Nuovo di Siena, entrambi Ducati autonomi separati nelle strutture politiche e istituzionali, ma riuniti nell’unica persona del sovrano. Questa situazione ambigua venne risolta il 27 agosto 1569, quando Cosimo ottenne da papa Pio V il titolo di granduca di Toscana, che andò a indicare il potere sia sul ducato di Siena sia su quello di Firenze.
Il XVII secolo fece raggiungere alla città il massimo splendore nel campo della scienza. Tra il 1654 e il 1670, essa fu una delle prime città mondiali a emergere nel settore della meteorologia grazie alla stazione meteorologica di Firenze Monastero degli Angeli, ubicata presso l’omonima struttura conventuale. Proprio in quello stesso periodo di tempo sorse a Firenze l’Accademia del Cimento, che diede ulteriore impulso alle sperimentazioni in campo scientifico.
Firenze nel corso dei secoli arrivò a regnare su tutta la Toscana, a eccezione della Repubblica di Lucca, che rimase indipendente e sovrana fino al XVIII secolo (con l’arrivo in Italia di Napoleone Bonaparte, il quale vi trascorse sette anni della sua vita), e del Ducato di Massa e Principato di Carrara, indipendente fino al 1829, quando fu assorbito dal Ducato di Modena. Il Granducato divenne prima Regno d’Etruria per poi essere inglobato direttamente nel territorio francese. A questo periodo si fanno risalire le spoliazioni napoleoniche della Toscana. L’estinzione della dinastia dei Medici e l’ascensione nel 1737 di Francesco Stefano, duca di Lorena e marito di Maria Teresa d’Austria, portò all’inclusione della Toscana nei territori della sfera d’influenza asburgica. Il granduca Pietro Leopoldo, il 30 novembre 1786, promulgò il nuovo codice criminale, grazie al quale, per la prima volta nella storia degli Stati moderni, furono abolite la pena di morte e la tortura.
Il Granducato di Toscana fu annesso al Regno di Sardegna nel 1859 tramite plebiscito, poco prima della nascita del Regno d’Italia nel 1861.
Firenze prese il posto di Torino come capitale d’Italia nel 1865, su richiesta di Napoleone III in base alla Convenzione di settembre, finché questo ruolo non fu trasferito a Roma nel 1871, dopo che la città papalina fu annessa al Regno. Insufficiente per spazi e forma urbana ancora legata al Medioevo, Firenze fu interessata da una serie di “risanamenti”, che diedero alla città un aspetto più moderno, ma che purtroppo videro la perdita irrimediabile di importantissimi edifici storici e di interi quartieri come quello di Mercato Vecchio.
Il 18 maggio 1895 si verificò il più forte terremoto mai registrato in città, con gravi danni anche a edifici monumentali.
Nel corso del XIX secolo la popolazione di Firenze raddoppiò, per poi triplicare durante il XX secolo con la crescita del turismo, del commercio, dei servizi finanziari e dell’industria.
Durante la seconda guerra mondiale la città fu occupata per un anno dai tedeschi (1943-1944). Alla fine di luglio e all’inizio di agosto 1944, le truppe dell’esercito alleato che liberavano la Toscana colpirono le colline Pian dei Cerri che si affacciano sulla città. Dopo molti giorni di combattimento, grazie alla preziosa collaborazione dei partigiani del Comitato di liberazione nazionale, gli alleati costrinsero le truppe nazi-fasciste, che avevano distrutto i ponti sull’Arno e moltissimi edifici, a ritirarsi. Firenze è tra le Città decorate al valor militare per la guerra di liberazione perché è stata insignita della medaglia d’oro al valor militare per i sacrifici della sua popolazione e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.
Il 4 novembre 1966 si ebbe la disastrosa alluvione. Gran parte del centro fu invaso dall’acqua del fiume Arno, con la furia delle acque che fece alcune vittime e un’enorme devastazione, invadendo le chiese, i palazzi e i musei, distruggendo anche in maniera irreparabile archivi, opere d’arte e molti preziosi volumi. Questo immenso dramma venne vissuto dal mondo con una partecipazione unica, dando ben presto l’avvio a un’incredibile gara di solidarietà che vide la nascita dei famosi angeli del fango, giovani provenienti da ogni dove che si adoperarono nella difficile opera di recupero dei tesori artistici danneggiati. In seguito all’alluvione a Firenze si misero a punto innovative tecniche di restauro, che da allora ne fecero un centro d’eccellenza in questo settore, di rilevanza mondiale.
Il simbolo sullo stemma e sul gonfalone è il giglio di Firenze, simbolo della città fin dal secolo XI. Oggi il giglio è rosso su fondo bianco anche se anticamente i colori erano invertiti proprio in riferimento al colore del giaggiolo Iris florentina. I colori attuali risalgono al 1251 quando i Ghibellini, in esilio da Firenze, continuavano a ostentare il simbolo di Firenze come proprio. Fu allora che i Guelfi, che controllavano Firenze, si distinsero dai propri avversari invertendo i colori che poi sono rimasti fino ai giorni nostri. Il tradizionale simbolo fiorentino subì nel 1809 un attacco da parte di Napoleone Bonaparte che, con un decreto, provò a imporre un nuovo simbolo per Firenze: una pianta di giglio fiorito su un prato verde e uno sfondo argentato sormontato da una fascia rossa e tre api dorate (simbolo dedicato alle grandi città dell’impero napoleonico). Il dissenso fiorentino non fece dare seguito al decreto.
Nella tradizione della commedia dell’arte, la maschera che simboleggia Firenze è Stenterello.
Nel 2020 riceve la menzione speciale nell’ambito del Premio europeo per le città accessibili 2021, conosciuto anche con il nome inglese di Access City Award.
Firenze è universalmente riconosciuta come città dell’arte, con un inestimabile patrimonio di architetture, dipinti, sculture, memorie storiche e scientifiche, che formano il tessuto cittadino, come in un pulsante museo diffuso.
Il cuore civile di Firenze è piazza della Signoria, col maestoso Palazzo Vecchio, con la galleria di capolavori scultorei nella Loggia dei Lanzi e la vicina Galleria degli Uffizi, uno dei musei d’arte più rinomati al mondo. Poco lontano si trova il centro religioso della cattedrale di Santa Maria del Fiore, con la maestosa cupola (la più grande in muratura mai costruita). Ai tempi del Granducato, si diceva che con la sua ombra arrivasse a coprire tutta la Toscana. L’enorme Duomo è magnificamente corredato dal Campanile di Giotto, uno dei più belli d’Italia, e dal Battistero di San Giovanni, con le celebri porte bronzee tra le quali spicca la dorata porta del Paradiso.
Il fiume Arno, che passa in mezzo alla città, occupa un posto nella storia fiorentina alla pari con la gente che ci vive. Storicamente, la popolazione locale ha una relazione di odio-amore con il corso d’acqua, il quale ha portato alternativamente i vantaggi del commercio, e i disastri delle alluvioni. Tra i ponti che lo attraversano il Ponte Vecchio è unico al mondo, con le caratteristiche botteghe di gioiellieri nelle casette costruite su di esso. Attraversato dal nobile Corridoio vasariano, è l’unico ponte della città a essere passato indenne attraverso la seconda guerra mondiale.
Oltre agli Uffizi, Firenze conta altri grandi musei: la Galleria dell’Accademia, il Bargello o il Palazzo Pitti con i suoi otto sotto-musei tra cui la Galleria Palatina. I fiorentini si vantano di possedere il migliore esempio di bellezza nell’arte sia femminile (la Venere del Botticelli) sia maschile (il David di Michelangelo).
La riva sinistra dell’Arno (l’Oltrarno) è una zona ricca di monumenti dove ancora oggi si respira, tra le sue secolari botteghe artigiane, l’atmosfera della Firenze di un tempo, descritta per esempio da Vasco Pratolini. Numerosi sono gli spunti letterari in tutta la città: dai quartieri delle case torri, dove le lapidi ricordano i versi che proprio questi luoghi ispirarono a Dante Alighieri, alla serenità delle ville medicee, dove spesso si riuniva l’accademia neoplatonica di Lorenzo il Magnifico, fino ai teatri alla Pergola e del Giardino di Boboli, dove vennero messi in scene per la prima volta i melodrammi che portarono all’opera lirica.
Firenze come “culla del Rinascimento” ha i suoi capolavori nelle opere di Filippo Brunelleschi (lo Spedale degli Innocenti, la basilica di San Lorenzo e quella di Santo Spirito) e di Leon Battista Alberti (la facciata di Santa Maria Novella e Palazzo Rucellai), ma anche altri periodi artistici hanno lasciato i loro capolavori assoluti: dal romanico di San Miniato al Monte, al gotico di Santa Croce (dove si trovano le sepolture delle italiche glorie, come le definì Ugo Foscolo, pure lui ivi sepolto), alle stravaganze del Manierismo del Giambologna o di Bernardo Buontalenti (come la Fontana del Nettuno o il Giardino di Boboli), fino ai capolavori dei grandi architetti italiani del Novecento come la stazione di Santa Maria Novella e lo stadio Artemio Franchi, rispettivamente di Giovanni Michelucci e Pier Luigi Nervi.
Il centro di Firenze con le sue centinaia di attività commerciali è un paradiso per lo shopping e lo svago, dalle eleganti boutique d’alta moda e i caffè d’epoca ai vivaci mercati storici all’aperto.
Va ricordato che la Basilica di Santa Croce ospita molte sepolture e cenotafi di grandi personaggi della storia italiana come: Michelangelo Buonarroti, Niccolò Machiavelli, Enrico Fermi, Galileo Galilei, Ugo Foscolo, Guglielmo Marconi, Luigi Cherubini, Leon Battista Alberti, Vittorio Alfieri, Gioachino Rossini, Lorenzo Ghiberti, Lorenzo Bartolini, Pier Antonio Micheli, Bartolomeo Cristofori, Giovanni Gentile e moltissimi altri.
Sulle colline e nelle campagne attorno a Firenze sorgono alcune delle dimore storiche dei Medici. Di seguito sono riportate le ville ubicate nel territorio comunale di Firenze, alcune delle quali vengono regolarmente aperte al pubblico mentre altre sono di proprietà privata.
Come tante città medievali italiane, anche a Firenze si elevavano numerosissime torri. Sebbene interessate quasi tutte da parziali demilizioni con la riduzione dei piano (“scapitozzamento”), esse portano il vivo ricordo della città medievale che, tra XII e XIV secolo, fu uno dei centri più ricchi d’Europa. Tra queste spiccano per altezza le torri civiche, le uniche mai abbassate, quali la torre della Castagna, la torre del Bargello e la torre di Arnolfo in palazzo Vecchio. Tra le torri di famiglie private le meglio conservate sono quelle degli Amidei, dei Buondelmonti, dei Donati, dei Mannelli.
Tra quelle che fecero parte della cinta muraria si annoverano la torre di San Niccolò, la torre della Serpe e la torre della Zecca.
Sono molti i teatri storici presenti a Firenze, ai quali si affiancano i teatri costruiti in epoca moderna (consultare la voce Teatri di Firenze per una panoramica più esaustiva).
I ponti sull’Arno nel territorio fiorentino in totale sono quattordici, considerando tra questi il ponte costruito alle Cascine per la tranvia, la passerella dell’Isolotto, il ponte sull’autostrada A1 e, vicino a Rovezzano, il ponte per la ferrovia dell’Alta Velocità.
Completano la lista dei ponti il Ponte di Varlungo, il Ponte Giovanni da Verrazzano, il Ponte Amerigo Vespucci e il Ponte all’Indiano (il più grande ponte strallato d’Italia).
Nella città di Firenze sono collocate trentaquattro “lapidi della Divina Commedia” lungo le facciate di alcuni palazzi. Esse passano in rassegna i principali eventi della città e dei suoi illustri cittadini.
Firenze conta diverse attività storiche come i caffè concerto, soprattutto nel centro, punto di ritrovo per artisti, letterati e uomini di cultura, tra i quali i Futuristi e nelle quali si formarono nuove correnti artistiche fiorentine, come quella dei Macchiaioli.
In uno di questi, il Caffè Casoni, oggi Caffè Giacosa Cavalli, venne ideato dal conte Camillo Negroni l’omonimo cocktail Negroni. Tra i principali caffè storici della città, si possono citare il Caffè Gilli, Paszkowski e il Caffè Le Giubbe Rosse, in piazza della Repubblica, il caffè Rivoire in Piazza della Signoria, il Gran Caffè Doney e Procacci in via de’ Tornabuoni, il caffè Robiglio in via dei Servi. Nel 2011 è stato aperto a Firenze l’Hard Rock Cafe.
Le mura di Firenze sono l’antica cerchia difensiva della città. Create con la città stessa, si sono contati sei tracciati diversi, l’ultimo dei quali risale alla metà del Cinquecento.
Nelle mura sono anche presenti varie porte e torri.
Altre aree naturali di interesse sono il giardino di Palazzo Medici Riccardi, il giardino in Villa della Petraia e il giardino alla Villa di Castello.
Abitanti censiti
Molto attiva e presente è la comunità inglese, soprattutto dalla seconda metà del XIX secolo, stabilitasi in quella che allora era la Capitale d’Italia. Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2019 la popolazione di Firenze è per circa l’84,3% di cittadinanza italiana. La popolazione straniera residente ammontava a 59 567 persone, il 15,7% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Il vernacolo fiorentino è la lingua da cui è nato il moderno italiano, scelto soprattutto per il prestigio culturale di cui era portatore.
Il fiorentino illustre era in effetti la lingua nella quale scrissero Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio, considerati due fra i massimi scrittori italiani e soprattutto il più grande poeta nazionale Dante Alighieri che scrisse la Divina Commedia in volgare fiorentino.
Naturalmente, era anche la lingua colta della città di Firenze, stimata per la sua prosperità culturale lungo i secoli e per la sua splendida architettura.
A Firenze, sono presenti le sedi della provincia nel Palazzo Medici Riccardi e la sede della Regione Toscana nel Palazzo Strozzi Sacrati, la prefettura, la Ragioneria provinciale dello Stato, la direzione regionale dell’Agenzia delle entrate, gli uffici della motorizzazione civile e l’Agenzia Italiana per la Sicurezza delle ferrovie. In città hanno sede anche i seguenti enti internazionali: British Institute of Florence, il Segretariato Mondiale per il diritto all’acqua e ai servizi igienico-sanitari, gli uffici di ricerca dell’UNICEF, presso lo Spedale degli Innocenti e la sede degli archivi dei documenti storici dell’Unione europea, in Villa Salviati. Sono presenti a Firenze molte associazioni e l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, l’Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici.
A Firenze si trovano numerose strutture sanitarie pubbliche e private:
Fonte dati: https://it.wikipedia.org/wiki/Firenze