Pistoia (pronuncia: [pisˈtoːja], ascolta) è un comune italiano di 89 055 abitanti, capoluogo dell’omonima provincia in Toscana nell’Italia centrale.
Nonostante sia sempre stata conosciuta più per le sue attività imprenditoriali, come il vivaismo e la cantieristica, Pistoia è una suggestiva città d’arte sorta in epoca romana, con un centro storico di matrice medioevale perfettamente conservato, che ha acquisito una notevole importanza a livello nazionale ed internazionale a seguito della nomina come capitale italiana della cultura nel 2017.
Pistoia vanta innumerevoli citazioni in opere artistiche e letterarie, come nella Divina Commedia di Dante Alighieri e nelle Laudi di Gabriele D’Annunzio.
La posizione geografica e il clima temperato hanno permesso alla città, a partire dalla seconda metà del XVIII secolo, di diventare uno dei più noti distretti vivaistici ornamentali europei.
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Fondata in epoca romana, come Pistoria, Pistoriae, Pistorium, su un’area dove esistevano precedenti insediamenti etruschi e, nelle zone più montane, liguri, divenne nel II secolo a.C. un oppidum di Roma per appoggiare le truppe romane in lotta contro i Liguri stanziati nelle aree appenniniche. La città è menzionata anche da Sallustio, che riporta la battaglia del 62 a.C. in cui perse la vita Catilina.
Pistoia divenne nel V secolo importante sede vescovile e fu conquistata dai Goti, Bizantini, Longobardi e Franchi. Al passaggio del potente esercito composto di tribù germaniche guidate dall’ostrogoto Radagaiso venne in parte distrutta. Un paio di secoli più tardi, sotto la dominazione longobarda, Pistoia fu elevata al rango di città e grazie alla sua posizione geografica, conobbe un significativo sviluppo demografico ed economico che continuò anche intorno all’anno 1000, quando la città passò sotto l’orbita degli imperatori tedeschi.
Pistoia divenne così libero comune nel 1105, e nel 1117 fu approvato lo statuto dei consoli del Comune di Pistoia (Constitutum, consulum, Communis Pistoriae), la più antica raccolta scritta di leggi, regolamenti e consuetudini dell’età comunale, a noi pervenuta. Importante centro medievale ghibellino sostenitore del Sacro Romano Impero, Pistoia fu a lungo alleata di Pisa e di Siena. La posizione geografica, nel crocevia di grandi direttrici commerciali, alimenta la vocazione commerciale della città, e a partire dal XII secolo, emerge un ceto mercantile molto attivo. Le famiglie pistoiesi più importanti di mercanti-banchieri sono gli Ammannati e i Panciatichi, attivi in Francia, i Cancellieri, i Chiarenti, i Dondori, i Partini, i Reali, i Simiglianti, i Vesconti. Questo è considerato il periodo di maggior splendore di Pistoia. Tuttavia, dopo un assedio di undici mesi, l’11 aprile 1306, Pistoia si arrese ai nemici di sempre, i fiorentini e i lucchesi, perdendo così la sua autonomia.
I numerosi tentativi di ribellione dei pistoiesi furono, di volta in volta, soffocati nel sangue. Con la perdita dell’autonomia, e il controllo dei fiorentini che dominavano la vita pubblica di Pistoia con uomini di fiducia, nel XIV secolo iniziò una crisi sociale ed economica inarrestabile, acuita dalle lotte interne tra guelfi bianchi e neri, che, secondo lo storico Giovanni Villani ebbero inizio proprio a Pistoia, per poi propagarsi a Firenze e nel resto della Toscana.
Con la nascita del Granducato di Toscana, sotto la signoria medicea, ci fu un deciso cambio di tendenza e si aprì una grande stagione di rinnovamento e di riqualificazione del tessuto urbano. Pistoia ritornò così un importante nodo politico e culturale, con la nascita di circoli o accademie: la più importante fu l’Accademia dei Risvegliati fondata da monsignor Felice Cancellieri e dal nobile Federigo Manni dove si recitavano poemi, poesie e prose e si faceva musica. Le riunioni avvenivano per lo più nei salotti delle case nobiliari ed erano a loro esclusivo uso e divertimento. Alla fine del XVII secolo fu costruito un teatro dove ebbe sede l’accademia sino alla sua estinzione avvenuta nel secolo scorso. Ne fecero parte numerosi esponenti della nobiltà locale tra cui Felice Cancellieri, Roberto Rospigliosi, Vincenzo Manni, Annibale Bracciolini, Domenico Manni, Pietro Banchieri e altri.
Con l’arrivo dei Lorena, che furono artefici di importanti riforme, Pistoia, come tutta la Toscana, conobbe, a partire dalla seconda metà del Settecento, un significativo risveglio sociale, culturale ed economico. Nell’Ottocento la realizzazione delle linee ferroviarie favorirono lo sviluppo industriale della città. Nel 1861 Pistoia, come il resto della Toscana, venne annessa al Regno d’Italia. Nel 1927 Pistoia divenne provincia e sede di prefettura.
Il comune di Pistoia è tra le Città decorate al valor militare per la guerra di liberazione perché è stato insignito della Medaglia d’Argento al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale la cui motivazione è visionabile all’URL:
Le origini della venerazione che i pistoiesi hanno per l’apostolo San Jacopo sono remote. Lo storiografo pistoiese Michelangelo Salvi narra che nell’anno 849, temendo i pistoiesi che la loro città venisse invasa dai Saraceni, che erano giunti alle porte di Roma, chiese all’apostolo San Jacopo la sua protezione, ricordando come in simili circostanze, anche il re Ramiro I delle Asturie fosse ricorso all’aiuto del Santo.
Pistoia non venne invasa e, in segno di gratitudine per la grazia ricevuta, i pistoiesi elessero San Jacopo a loro patrono e gli edificarono una chiesetta entro il primo cerchio di mura; esse fu costruita nelle vicinanze di un fortilizio della città e fu chiamata San Jacopo in Castellare.
Nei secoli successivi il vescovo Atto, che era succeduto al vescovo Ildebrando dei conti Guidi nel governo della diocesi, chiese al vescovo di Compostela una piccola parte della reliquia del corpo del santo. Ranieri, che si trovava come canonico della cattedrale di Santiago, accordò la reliquia (un frammento di osso del cranio del santo) e venne recata con grandi onoranze a Pistoia e deposta in una cappella appositamente costruita nel 1145.
Fu così che la cappella con apposito altare, dedicato a San Jacopo, diventò subito meta di pellegrinaggi inaspettati. Per tanti devoti, con in programma un pellegrinaggio a Compostela, Pistoia si fece spesso capolinea di partenza. Presso la cappella, infatti, si veniva a chiedere protezione per il lungo viaggio. Al ritorno poi si faceva traguardo d’arrivo, con sosta di doveroso ringraziamento per il buon esito dell’impresa.
Fra il 1170 e il 1180 gli statuti comunali ricordano una “festa di San Jacopo”.
Fin da allora, tuttavia, il culto per l’apostolo risultava sotto la tutela non più del vescovo, ma del comune di Pistoia.
Nel corso del Duecento quest’ultimo adottò San Jacopo come proprio protettore e patrono della città, apponendo la sua immagine sui propri sigilli.
Il periodo delle solenni celebrazioni religiose iniziava il giorno antecedente quello della festa con un’imponente processione di tutta la comunità; raggiungeva il suo culmine per il 25 luglio, e poi continuava per i successivi otto giorni (“Ottava di San Jacopo”).
In questo periodo si teneva una grande fiera annuale o “mercato”, che garantiva immunità a chi vi partecipasse, eccetto i criminali ed i banditi. La giornata festiva, caratterizzata durante la mattina da una serie di cerimonie liturgiche molto suggestive in onore del santo patrono, si concludeva nel tardo pomeriggio con una manifestazione concepita come omaggio a San Jacopo: la corsa del “Palio”. Essa prendeva nome dalla lunga pezza di stoffa pregiata (pallio) che ne costituiva il premio. Alla “corsa del Palio” partecipavano cavalli purosangue di razza berbera montati da fantini che spingevano gli animali al galoppo sfrenato lungo un percorso variato durante il tempo. Si trattava perciò di una gara di velocità in lungo, che evidenziava soprattutto le qualità dei cavalli.
Tra la fine del Settecento e durante l’Ottocento occasionalmente andò ad aggiungersi alla corse del Palio una serie di corse in tondo, lungo il circuito di una piazza, generalmente piazza San Francesco.
Pistoia è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignita della medaglia d’argento al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l’attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale:
Pistoia è molto ricca di pregevoli monumenti romanici e rinascimentali (in particolare chiese). Un importante punto di riferimento storico è costituito dalla suggestiva piazza del Duomo, centro geometrico della città, monumentale fulcro del potere civile ed ecclesiastico. Su di essa si affacciano svariati edifici di rilievo:
Di seguito altri monumenti e luoghi d’interesse presenti a Pistoia.
In stile romanico:
In stile gotico:
In stile rinascimentale
In stile barocco:
In stile moderno:
Nei dintorni:
La città è circondata da mura trecentesche che in origine includevano quattro porte di accesso: Porta al Borgo, Porta San Marco, Porta Carratica e Porta Lucchese, ma di esse non rimane traccia in quanto demolite nei primi anni del Novecento. Di rilievo anche la Fortezza medicea di Santa Barbara, costruita nel Cinquecento per volontà di Cosimo de’ Medici.
Abitanti censiti
Al 1º gennaio 2023 la popolazione straniera era di 8510 persone, pari al 9,44% dei residenti.
Fonte dati: https://it.wikipedia.org/wiki/Pistoia