Sambuca Pistoiese (Sanbûca in dialetto bolognese) è un comune italiano sparso di 1 423 abitanti della Montagna Pistoiese in provincia di Pistoia, Toscana. La sede municipale si trova nella frazione di Taviano, mentre la frazione più popolosa è Pavana.
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Il castello di Sambuca, costruito verso la metà dell’XI secolo, fu originariamente feudo del vescovo di Pistoia.
Nel 1211 Bologna mosse guerra a Pistoia con l’intenzione di annettere le vallate delle Limentre. Pistoia occupò con le sue truppe il castello di Sambuca, di notevole importanza strategica, col consenso dello stesso vescovo, il quale non aveva mezzi per difendere il suo feudo. Lo stato di guerra fornì a Pistoia un pretesto per annettere Sambuca alla sua zona di influenza: in questo periodo si rinforzarono le fortificazioni, si stanziarono truppe all’interno delle mura e si pretese persino un giuramento nei confronti del podestà di Pistoia dopo che alcuni Sambucani tentarono di passare allo schieramento bolognese. La successiva pace di Viterbo riconobbe i diritti del vescovo di Pistoia su Sambuca, ma la guarnigione pistoiese fu mantenuta in quanto il vescovo non aveva mezzi per difendere la rocca, mentre il Comune di Pistoia avrebbe trovato nella difesa dei diritti feudali vescovili un pretesto per mantenere milizie all’interno della rocca.
Nella metà del XIII secolo si formò il primo nucleo di un ordinamento comunale a Sambuca con la creazione di un consiglio e di cariche consolari. La presenza di tale ordinamento e di un podestà inviato da Pistoia, indica che la signoria del vescovo era di fatto esautorata, anche se formalmente riconosciuta. Non a caso nel 1291 Sambuca si permette di redigere un proprio statuto (riformato nel 1340, l’edizione a oggi pervenuta), mentre al podestà spettava non solo la supervisione difensiva del castello ma anche funzioni di giurisdizione civile e criminale (che teoricamente spettavano al vescovo, signore del feudo, il quale gliele aveva tacitamente o espressamente delegate).
Nel 1306 i guelfi neri assediano e conquistano Pistoia. Filippo Vergiolesi, capo dei bianchi pistoiesi, scappa dalla città e occupa militarmente il castello di Sambuca; cinque anni più tardi cede il castello al Comune di Pistoia in cambio di undicimila lire. Nonostante il fatto che il Vergiolesi ottenne il castello con la forza, la transazione fece divenire Pistoia ufficialmente proprietaria della rocca e delle mura, rafforzando la figura del capo della guarnigione militare pistoiese ivi stanziata. Le successive vicende militari con Castruccio Castracani e il vescovo Giovanni Visconti signore di Bologna (che conquistarono il castello di Sambuca rispettivamente nel 1325 e nel 1351) consolidarono il controllo di Sambuca da parte delle milizie pistoiesi allo stesso modo di come accadde durante la guerra con Bologna del secolo precedente. Il controllo di Pistoia sul castello fu rinforzato anche per volere della Repubblica fiorentina (anch’essa minacciata dall’armata del Visconti), che obbligò Pistoia a presidiarlo militarmente ad honorem popoli et comunis Florentie.
L’atto che segnò la fine dei diritti feduali del vescovo su Sambuca risale al 24 febbraio 1368. In questa data l’abate del monastero di San Bartolomeo cede il feudo al Comune di Pistoia in cambio di affitti fondiari col beneplacito del vescovo. Non sono pervenuti documenti in merito al passaggio di proprietà dal vescovo all’abate, ma Natale Rauty riporta l’ipotesi che il vescovo non abbia voluto cedere direttamente il feudo al Comune “per evitare che la conclusione del secolare contrasto apparisse, anche sul piano formale, come una sconfitta del vescovo nei confronti del Comune cittadino”.
Lo stemma, liberamente usato dal Comune pur privo di formale decreto di concessione, si trova così raffigurato sul palazzo Pretorio di Pistoia. La torre potrebbe ricordare un antico castello locale esistente fin dal XII secolo; la figura del leopardo, un leone rampante ma con la testa di fronte, è un’evoluzione dell’orso, antico simbolo della montagna pistoiese.
Il gonfalone è costituito da un drappo di bianco.
Abitanti censiti
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 146 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Nella frazione di Pavana, Pàvna o Pèvna in bolognese, è ancora parlato un dialetto di tipo bolognese montano alto, dunque emiliano e gallo-italico, in contrapposizione con le parlate toscane del resto della provincia, dalle quali il pavanese ha comunque subito influenze. A Campeda pure si parla un dialetto affine.
Anche nel dialetto di San Pellegrino in Cassero si sono conservate sonorità emiliane, sebbene siano oggigiorno meno intense che a Pavana, rendendo questa parlata ormai di tipo toscano.
Del dialetto pavanese il cantautore Francesco Guccini, cresciuto a Pavana, ha raccolto in un glossario le parole. Ha anche pubblicato un libello di storie in dialetto locale.
Fonte dati: https://it.wikipedia.org/wiki/Sambuca_Pistoiese