Viareggio è un comune italiano di 60 793 abitanti della provincia di Lucca facente parte della Versilia in Toscana. Il nome deriva da Via Regia, antica via di comunicazione intorno alla quale si sviluppò il borgo di Viareggio.
È conosciuta come località di turismo balneare, per le architetture liberty, per la pesca, la floricoltura e per il Carnevale, nato nel 1873.
La città è un attivo centro industriale e artigianale, soprattutto nel campo della cantieristica navale. Viareggio è nota anche in ambito storico-religioso (tra le vicende più significative quelle di Antonio Maria Pucci, di Maria Valtorta e di Clelia Merloni) ed è sede di molti premi e manifestazioni tra i quali il Premio letterario Viareggio Répaci, istituito nel 1929, il Premio Viareggio Sport, istituito nel 1985, il Torneo Mondiale Coppa Carnevale di Viareggio, istituito nel 1949, e il Festival Gaber, in memoria di Giorgio Gaber, al quale partecipano artisti di spicco del panorama musicale italiano.
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In zona, sia sui colli che in pianura, si trovano testimonianze di attive presenze di popolazioni preistoriche. Da indagini archeologiche sappiamo che l’area circostante il lago di Massaciuccoli, compresa la zona di San Rocchino e del quartiere viareggino della Migliarina, dall’VIII secolo a.C. fu abitata da gruppi di Etruschi che commerciavano con le popolazioni liguri stanziate nell’entroterra collinare e montuoso (Comune di Camaiore e parte Nord di quello di Massarosa).
Nel III secolo a.C. nel territorio montuoso circostante imperversarono i Liguri Apuani, nel 180 a.C. i Romani sconfissero i Liguri Apuani e iniziarono la colonizzazione della zona (attuali territori di Massaciuccoli, Camaiore, Pietrasanta). Nel Medioevo si svilupparono i primi villaggi collinari, molti dei quali esistono ancora. Il futuro territorio di Viareggio era paludoso e non venne abitato. Intorno al 1000 d.C. iniziarono le prime lotte fra Lucca e Pisa per il controllo della costa versiliese, che dall’Alto Medioevo era una selva (Selva Regia o Palatina) di proprietà di feudatari (cattani o capitanei) spesso in lotta tra loro.
Sono stati anche pubblicati dei libri che sostengono nuove teorie sulle origini di Viareggio, supportate da ritrovamenti di piccoli reperti (frammenti ceramici..) nelle località limitrofe e da alcuni documenti antichi che citerebbero questo antico insediamento. Per quanto affascinanti queste teorie si discostano dalla storia tradizionale (molto più verificata) della costa versiliese e non sono supportate da prove sufficienti a ritenerle vere.
Al 1169 risale il primo fatto storico riguardante Viareggio: venne costruita una torre di legno a guardia del litorale. Poco più di due anni dopo (1172) fu edificata l’opera militare che prese il nome “Turris de Via Regia”, dal nome della via che doveva essere percorsa per accedervi (poi diventata via Montramito). Il territorio di Viareggio, negli anni successivi, fu coinvolto nelle dispute fra Pisa e Lucca per la supremazia e il controllo del territorio litorale. Tale conflitto traeva le sue origini, da una parte, dal desiderio di Lucca di avere uno sbocco sul mare e, dall’altra, da Pisa che temeva la concorrenza economica della rivale. In questi anni i feudatari viareggini sono costretti ad abdicare per fare spazio alla signoria di Castruccio Castracani. In generale fino al 1400 il territorio su cui si sarebbe sviluppata Viareggio rimase segnato da un susseguirsi di guerre e dispute minori, invasioni di eserciti e saccheggi. Oltre a tali “sciagure” determinate dall’uomo, anche la natura fece il suo corso con la pestilenza che, raccontata anche da Giovanni Boccaccio nel Decameron, interesserà l’Italia intera.
In questi anni Firenze espanse il proprio controllo sulla Toscana. Lucca riuscì, con grandi sacrifici finanziari, a mantenere l’indipendenza.
Con lodo arbitrale di Leone X, il 10 settembre 1513, Lucca perse il controllo del porto di Motrone. Tale evento avrebbe interessato direttamente Viareggio che, da quel momento, vide concentrare gli sforzi di Lucca per farlo diventare il centro dei propri commerci. Oltre alla costruzione della nuova torre quadrata (1534) a protezione del porto, si cominciò a costruire i primi insediamenti della futura città.
Questo secolo fu uno dei più difficili per i circa 300 abitanti di Viareggio: la zona era insalubre, malaria e epidemie mortali rendevano la vita dei pescatori e dei contadini molto difficile. Il 1735 fu una data importante per la storia di Viareggio, che subirà uno sviluppo straordinario; il matematico ed ingegnere Bernardino Zendrini (per bonificare l’aria malsana, l’insabbiamento della foce e la conseguente sistemazione del porto) esegue l’abbattimento totale della macchia e la costruzione di cateratte che avrebbero impedito all’acqua di mare di entrare nei fossi e da qui nel lago. Lucca, dopo questa determinate bonifica, incentiva il trasferimento della popolazione lucchese nel nuovo borgo.
Piano piano Viareggio cambiò volto, furono costruite due chiese e due piccole fabbriche, altre botteghe sorsero intorno, il porto diventò sempre più attivo. Le terre, bonificate, iniziarono ad essere sempre più coltivate.
Nel 1701 Viareggio diventò Comune. Nel 1739, grazie all’ingegnere idraulico Bernardino Zendrini la zona paludosa fu finalmente bonificata, il paese diventò una città dove i nobili lucchesi iniziarono a costruire i propri palazzi.
Nel 1797 fu costituita da Napoleone la Repubblica Cisalpina. Dopo varie scaramucce, nel 1799 le truppe cisalpine iniziarono l’occupazione della Repubblica di Lucca (il 6 gennaio fu occupata Viareggio). Terminata l’occupazione della repubblica oligarchica furono indette delle elezioni, ma il risultato modesto per i giacobini li spinse a eliminare il governo lucchese e formarne uno provvisorio. Inizialmente i viareggini non reagirono, anzi sembrarono accettare le nuove idee. Il 6 maggio, tuttavia, insorsero contro la milizia giacobina, aiutati dagli abitanti delle città vicine. Il 7 arrivarono le truppe da Livorno per placare le sommosse e gli insorti si dovettero arrendere.
Napoleone era imperatore e Lucca, come altre città, fu trasformata in principato la cui sovranità fu assegnata a Felice Baciocchi, anche se il potere era esercitato effettivamente dalla sorella minore di Napoleone, Elisa. Il governo di Elisa fu caratterizzato da provvedimenti come quelli contro il patrimonio ecclesiastico, l’adozione del Codice Napoleonico, l’adozione del sistema metrico, l’introduzione della vaccinazione obbligatoria e gratuita contro il vaiolo. Più in generale il governo di Elisa contribuì positivamente a migliorare gli aspetti relativi all’assistenza, alla beneficenza e all’istruzione.
Con la caduta di Napoleone, Viareggio fu teatro di fatti sanguinosi. Nel marzo 1814, dopo la caduta e la fuga dei Baciocchi, i viareggini manifestarono contro i francesi. La manifestazione, però, sconfinò in atti di puro teppismo.
Viareggio rimase sotto il dominio austriaco fino al 1817 quando il Congresso di Vienna assegnò a Maria Luisa di Borbone-Spagna il nuovo Ducato di Lucca. Gli anni seguenti videro la Restaurazione, quanto di buono era stato fatto sotto l’Impero napoleonico venne perduto. Anche il nuovo regno tuttavia contribuì al miglioramento strutturale di Viareggio dove fu costruita la prima darsena. Nel 1820 Viareggio fu dichiarata città per decreto della duchessa di Maria Luisa di Borbone. Dopo la morte della madre (13 marzo 1824) è la volta di Carlo Ludovico di Borbone che contribuì a migliorare la città dotandola di una nuova chiesa, un regio casinò e di due stabilimenti balneari, i primi costruiti a Viareggio.
Il 5 ottobre 1847 Lucca fu ceduta alla Toscana. Viareggio, nella nuova realtà, si sviluppò come centro balneare, non più limitato alla sola Lucca ma esteso a tutta la Toscana. Nel 1848 Viareggio scelse il proprio stemma, che è rimasto immutato, in cui sono presenti: un’ancora con tanto di gomena e uno scudo bianco, rosso e verde. Il tricolore, simbolo dell’unità d’Italia, è vanto dei Viareggini, unici ad averlo nel proprio stemma.
In questi anni Viareggio era meta di esuli risorgimentali tollerati dal potere locale.
In questi anni l’economia di Viareggio era in rapida espansione, infatti all’industria balneare già affermata si aggiunse quella della marineria velica. Iniziarono nel contempo le prime lotte sociali con l’affermarsi di una coscienza di classe. I lavoratori fondarono le società di mutuo soccorso e successivamente si organizzarono nei primi movimenti politici di varia ispirazione (anarchici, socialisti, cristiani).
Agli inizi del secolo Viareggio vide un notevole sviluppo del litorale e dell’industria balneare che determinò un mutamento su un tratto vasto di costa. Nacque la Passeggiata, con i suoi caffè e negozi. La città fu definita “Perla del Tirreno”. Il legno era però il materiale di gran lunga più usato nelle costruzioni e nel 1917 questo alimentò un incendio destinato, in una notte, a distruggere gran parte delle costruzioni presenti. Il legno tuttavia restò largamente utilizzato fino al periodo fascista quando si iniziò a costruire con materiali diversi.
Il 10 marzo 1617, Lucca aveva istituito la circoscrizione territoriale (vicaria) appartenente a Viareggio con Chiatri, Compignano, Quiesa, Bozzano, Massaciuccoli, Pedona, Mommio Castello, Corsanico, Bargecchia, Montigiano, Pieve a Elici, Stiava e Torre del Lago.
Il 5 marzo 1801, il Consiglio Generale della Repubblica di Lucca aggiunse anche Gualdo e Massarosa.
Il 7 giugno 1820, quando Viareggio fu elevata a rango di Città, comprendeva anche Montignoso.
Verso la metà dell’Ottocento fra gli abitanti delle frazioni nacque l’idea di costituirsi in comune autonomo e di staccarsi da Viareggio. Solo il 17 marzo 1867 tutti gli atti furono predisposti e fu presentata la richiesta di costituzione del Comune di Massarosa al Ministero dell’Interno.
Viareggio istituì una commissione sul tema dal 17 agosto 1867 al 20 marzo 1868, che dette parere favorevole.
Il 18 dicembre 1869, Vittorio Emanuele II con un regio decreto sancì ufficialmente la separazione di Viareggio dalle sue frazioni, tranne Torre del Lago, come approvato dal consiglio comunale.
Bisognerà attendere altri 10 anni di contrasti, il 1878, per la definitiva assegnazione dei patrimoni e confini.
Non ci volle molto a capire che la decisione presa dal consiglio comunale fosse miope e di scarsa lungimiranza, Viareggio aveva un territorio troppo compresso per il suo sviluppo. Così 50 anni dopo, il 28 marzo 1927 Viareggio tentò senza successo di aumentare nuovamente il proprio territorio con domanda alla prefettura.
Il 2 maggio 1920 scoppiò il malessere sociale dei viareggini in una rivolta non organizzata, una ribellione che trasse origine dalla tradizione anarchica e libertaria della città. È la storia di una partita di calcio tra il Viareggio e i poco amati cugini della Lucchese che si conclude in tragedia e dà l’avvio alla rivolta. La ribellione prende le mosse dall’assassinio del guardalinee della partita (un ex militare, persona da tutti benvoluta che da anni risiedeva a Viareggio) ad opera di un carabiniere che dopo la fine della partita, e a poche centinaia di metri dal campo sportivo, spara un colpo ed uccide a sangue freddo il guardalinee. L’uccisione del guardalinee è l’ennesima violenza e sopruso a danno del popolo viareggino, tale violenza fa esplodere una rabbia antica che da anni covava nella società; è il motore da cui prenderà l’avvio della ribellione che porterà alla nascita per tre giorni della libera Repubblica di Viareggio. Fra i libri che ricordano quei fatti sicuramente il racconto di Mario Tobino nel suo Sulla spiaggia e al di là del molo e il romanzo di Andrea Genovali Viareggio 1920 – Storie di calcio e di rivoluzione.
Il 2 maggio 1921, un gruppo di fascisti si rese responsabile dell’assalto alla Camera del Lavoro e alla Lega dei maestri d’ascia e calafati. Il 16 maggio in piazza Grande (poi diventata piazza Nieri e Paolini), furono uccisi a revolverate da alcuni militanti fascisti Pietro Nieri ed Enrico Paolini, due giovani di estrema sinistra. Le due fazioni si erano accordate per scontrarsi senza armi, ma così non fu. Si trattò del primo delitto politico di quegli anni tesi, ma non l’ultimo. Infatti anche l’11 settembre 1931 si tinse di sangue, con l’omicidio di Ottavio Barsottelli.
Durante la seconda guerra mondiale Viareggio subì bombardamenti pesantissimi: interi quartieri furono distrutti completamente o quasi. L’11 settembre 1944 le truppe alleate raggiunsero la periferia della città e il 16 settembre 1944 venne interamente occupata e liberata dagli Alleati.
Nel secondo dopoguerra iniziò con grande passione la ricostruzione (primo sindaco dopo la Liberazione fu Corrado Ciompi, che guidò la Giunta Comunale dal 18 luglio 1944 al 1 aprile 1946); in quel periodo fu avviata la costruzione del “vialone” (oggi Viale Europa) e si ridette vita al Carnevale (1946). Tra alti e bassi, la città ha continuato a crescere e svilupparsi ed è ancora una nota località turistica balneare, famosa per il suo carnevale e per la cantieristica navale.
Alle 23:48 del 29 giugno 2009, un treno merci composto da 14 vagoni-cisterna contenenti gas GPL deragliò a causa di un cedimento strutturale di un carrello del primo vagone. La fuoriuscita di GPL scaturita dalla rottura della cisterna 1 del convoglio saturò in pochi attimi la zona circostante la stazione e prese fuoco inondando di fiamme tutto ciò che incontrò sul suo percorso. A causa della deflagrazione crollarono immediatamente due intere palazzine e se ne incendiarono altre decine che furono poi per lo più abbattute. La via Ponchielli rimase tristemente famosa per questo evento, uno dei momenti di lutto più pesanti per la città. Il disastro provocò 32 morti (l’ultimo dei quali nel dicembre 2009), tra cui alcuni bambini, e centinaia di feriti.
I cantieri navali viareggini, di importanza internazionale, conobbero un periodo di grande importanza nel XIX secolo in cui a Viareggio furono inventati alcune tipologie di imbarcazioni.
Altre invenzioni sono:
Sulla città, a partire da tempi antichi, sono stati fatti molti progetti mai attuati e moltissime sono le proposte di cui si discute da anni.
Un primo stemma fu scelto nel 1752 e raffigurava sant’Antonio di Padova, primo patrono della città. Quello attuale venne adottato dal consiglio comunale il 17 aprile 1848 con piccole modifiche e formalmente concesso dal ministro dell’interno del Granducato di Toscana Cosimo Ridolfi il 17 maggio dello stesso anno. Lo stemma è stato successivamente riconosciuto con decreto ministeriale del 7 aprile 1922 mentre il gonfalone, costituito da un drappo di bianco, è stato concesso con regio decreto del 4 febbraio 1942.
Lo stemma della città è uno scudo interzato in fascia di verde, di bianco e di rosso su cui è presente un’ancora con la gomena attorcigliata. Viareggio fu tra i primi comuni ad avere il tricolore italiano nel proprio stemma.
La città ha perso una parte notevole dei suoi beni storici e artistici durante la seconda guerra mondiale, a seguito dei pesanti bombardamenti che la colpirono. Nonostante questo in città si possono trovare architetture, monumenti o anche semplici targhe interessanti. Notevoli le architetture liberty, decò ed eclettiche di molti edifici. La zona più monumentale e di maggior pregio artistico della città, per qualità e quantità di edifici di interesse architettonico è la Passeggiata e i Viali a mare (Viale Regina Margherita, Viale Manin, Viale Carducci, Viale Marconi, Viale Buonarroti) ed il centro città.
Nel 1998 fu fondato il “Centro Studi Cultura Eclettica, Liberty, Decò” dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Viareggio per studiare e promuovere questa parte del patrimonio artistico della città.
Molto interessante è il complesso cimiteriale, formato dal Cimitero comunale, inaugurato nel 1876, e dal Camposanto della Misericordia, la cui prima pietra fu posta nel 1915, che costituisce un vero e proprio museo all’aperto degli scultori e degli storici laboratori del marmo apuo-versiliesi attivi tra Ottocento e Novecento, come quello carrarese di Carlo Nicoli e quello pietrasantino di Ferdinando Palla (1852-1944). Si segnalano in particolare gli scultori Antonio Bozzano, Giacomo Zilocchi e Ferruccio De Ranieri (1867-1957) in collaborazione col figlio Lelio (1890-1967). Suggestivo è il viale delle Cappelle Gentilizie, con opere dei due maggiori architetti viareggini del Novecento, Goffredo Fantini (1857-1923) e Alfredo Belluomini. Nel Cimitero comunale, molto conosciuta è la statua tradizionalmente denominata Bimba che aspetta (1895) che adorna l’edicola metallica della famiglia Barsanti-Beretta, opera dello scultore carrarese Ferdinando Marchetti, intorno alla quale sono fiorite alcune credenze e leggende viareggine tramandatesi per intere generazioni.
Il centro storico di Viareggio ha subito perdite molto pesanti a seguito dei bombardamenti della seconda guerra mondiale e per scelte urbanistiche fatte nel passato; nonostante ciò esistono ancora alcune tracce del passato più antico della città.
È la zona più monumentale e di maggior pregio artistico della città, per qualità e quantità di edifici di interesse architettonico. Alcuni tra i più importanti sono:
Viareggio ha una notevole estensione di verde pubblico grazie alle sue “Pinete”.
Si estende per buona parte della lunghezza della parte nord della città. Fu piantata nel 1747 per difendere la zona dalle intemperie e dai venti che dal mare flagellavano la costa. In realtà i pini sono solo una parte degli alberi presenti in questo parco pubblico. All’interno del parco ci sono attività commerciali e ricreative, piste ciclabili, viali e sentieri pedonali, attrezzature sportive, servizi igienici, tavolinetti per pic-nic. Da vedere il Laghetto dei Cigni. Nel periodo primaverile ed estivo lungo il viale Capponi, il viale pedonale che attraversa la parte centrale della Pineta, vengono organizzati mercatini.
Vasta area verde che va dal quartiere Darsena fino a Torre del Lago Puccini. Fa parte del Parco naturale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli. L’antropizzazione è minore rispetto alla Pineta di Ponente a causa dei vincoli naturalistici che la tutelano. In questa pineta si trova la Villa Borbone.
A Viareggio esistono alcune piante monumentali, la più nota di queste è:
Le più note piante in città invece sono:
Un quartiere con molti spazi verdi è l’ex-Campo d’aviazione; è stata data maggior importanza al verde e nell’urbanizzare i nuovi quartieri sono stati spesso previsti dei parchi pubblici. I quartieri più antichi sono caratterizzati dalle Pinete.
Viareggio si trova a circa 25 km dalle città di Pisa e Lucca e a ridosso di ambienti naturali di notevole valore come le Alpi Apuane (dal 1985, parco naturale regionale delle Alpi Apuane), il lago di Massaciuccoli, il parco naturale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli e il santuario dei cetacei. Ogni città e paese circostante è degno di nota, nelle località collinari dell’entroterra si trovano incredibili testimonianze storiche come le pievi medievali. Viareggio, infine, dista circa 97 km da Firenze e a pochi chilometri dalla Versilia storica.
Abitanti censiti
Al 31 dicembre 2023 vi sono 5.006 stranieri, pari all’8,23% della popolazione.
A Viareggio si parla un vernacolo caratteristico. Il Vernacolo Viareggino usa tra l’altro diverse espressioni e modi di dire tipici. Come molti dialetti e vernacoli viene di rado più parlato quotidianamente, ma è ancora piuttosto vitale grazie ai numerosi spettacoli teatrali in vernacolo che vengono organizzati (i più importanti sono le “Canzonette“, spettacoli comici in parte cantati organizzati nel periodo di Carnevale di Viareggio) e alla pubblicazione di opere in prosa e in poesia in viareggino. Esistono in commercio raccolte di modi di dire e veri e propri dizionari di vernacolo.
Simpatie per il socialismo, il comunismo e l’anarchia, narrate da Lorenzo Viani e Mario Tobino, nei viareggini hanno convissuto con una radicata religiosità. Le testimonianze storiche ci mostrano una Viareggio dal duplice animo socialista laico e cattolico. Particolarmente sentita tra i marinai era la devozione verso Maria Addolorata, come testimoniano gli ex voto conservati nelle Basilica di Sant’Andrea, restano vecchi marinai devoti a Maria. Più su posizioni laiche o atee i diversi intellettuali ed artisti del territorio viareggino.
Patrona della città è Maria Santissima Annunziata, precedentemente era Sant’Antonio da Padova.
Per il notevole movimento di persone, che ha sempre contraddistinto l’attività marinara ed il turismo, i viareggini sono sempre stati affetti da un minore provincialismo, rispetti ad altri centri della zona, che ha favorito, rispetto a questi, una maggiore circolazione di idee, religioni diverse (leggi sotto) ed una secolarizzazione più rapida.
Dal punto di vista storico-religioso in città sono conservate le spoglie di sant’Antonio Maria Pucci, che vi operò lungamente e qui morì. Visse e morì a Viareggio Maria Valtorta, mistica cattolica.
Il 30 maggio 1894, la forlivese Clelia Merloni fondò qui la Congregazione delle Apostole del Sacro Cuore di Gesù, diffusa dall’Italia al Brasile agli Stati Uniti.
Viareggio fa parte dell’arcidiocesi di Lucca. Le parrocchie viareggine sono:
Nella settimana che precede il 25 marzo, festa di Maria Annunziata, patrona della città di Viareggio, viene organizzata la tradizionale Fiera dei Ciottorini, organizzata dal “Comitato Vecchia Viareggio”. I ciottorini sono piccoli oggetti artistici, giocattoli e vasellame in terracotta, quasi sempre non colorata, prodotti artigianalmente. La fiera, di dimensione molto ridotta, si svolge in piazza del Mercato Vecchio e in piazza Ragghianti, un tempo in piazza Grande (poi diventata piazza Nieri e Paolini). Vi si possono acquistare i “ciottorini”, prodotti alimentari tipici, libri di storia locale, oggetti artigianali, e altri oggetti. La locandina dell’evento è disegnato dagli studenti delle scuole medie inferiori, selezionato tramite un concorso.
Come ringraziamento per aver fatto cessare la grave epidemia di colera, che aveva colpito la zona nel luglio del 1854, era tradizione da quell’anno accendere la sera del 7 settembre fuochi nelle piazze dei quartieri. Questa tradizione, dopo qualche incidente, è stata interrotta forzatamente negli anni novanta per volere delle autorità, anche se a volte in alcuni quartieri i cittadini hanno provato ad organizzarle comunque.
A Viareggio sono presenti molte associazioni di volontariato, le più importanti sono:
Fonte dati: https://it.wikipedia.org/wiki/Viareggio